Othmar Winkler (1907 – 1999)
Othmar Winkler nacque a Brunico, in provincia di Bolzano, nel 1907, in quel territorio dell’Impero austroungarico che in poco più di dieci anni sarebbe divenuto Italia. Abbandonato a pochi anni di vita dal padre fu affidato all’orfanotrofio di Bressanone. All’età di 19 anni decise di trasfersi in Alto Adige per potersi iscrivere alla scuola professionale per apprendisti di Ortisei della Val Gardena. Qui le sue sculture vennero presto apprezzate dal direttore della scuola, il prof. Balsamo Stella, successivamente nominato commissario governativo per l’Italia all’esposizione di arte decorativa di Stoccolma. Terminati gli studi nel 1928, si trasferì ad Acqui presso uno scultore suo amico, il gardenese Emil Dedmetz, per poi spostarsi nuovamente a Roma nel gennaio 1930 e nell’arco di un anno riuscì ad organizzare la sua prima mostra di scultura presso il Circolo della Stampa Estera di Roma. La rivista “Oggi e Domani” gli dedica una positiva recensione da parte di Gerardo Dottori, tanto che tra i numerosi visitatori si presentò in abiti civili e quasi irriconoscibile a prima vista per l’autore, Benito Mussolini. Il Duce impressionato dalle sue opere, acquistò privatamente per 4.000 lire un’opera riguardante “San Cristoforo“. In mostra era esposto anche la scultura “Dux pacis protector“, raffigurante un contadino (con tratti simili al Duce) con un covone in mano, che calpesta una spada di guerra, motivo per cui venne convocato a Palazzo Venezia nel dicembre del 1932 per iniziare il ritratto di Mussolini, scolpendo l’opera in legno nella Sala del Mappamondo. Nello stesso anno venne chiamato a Berlino da Goebbels, ministro della propaganda nazista, mentre nel 1937 intraprese un viaggio ad Oslo, in Norvegia dove ebbe la possibilità di conoscere il pittore Edvard Munch. Lavorò fino al 1943 come insegnante ad Ortisei, ma venne licenziato per il suo carattere spigoloso. Si trasferì allora nel Trentino per lavorare presso la Soprintendenza alla Belle Arti di Trento, dove realizzò la sua prima Via Crucis per la chiesa di San Udalrico a Lavis. Si trasferì poi fino al 1951 a Sarnonico in Val di Non dove realizzò grand parte delle sue opere d’arte sacra lignea, tra cui molte altre Via Crucis: la più famosa è per la chiesa dell’Istituto di Maria Bambina di Trento. A questo punto ci fu una sorta di punto di svolta: abbandonò l’arte sacra lignea per realizzare arte profana bronzea come il ciclo bronzeo sui “I lavori fondamentali dell’Uomo” per la Provincia di Bolzano tra il 1955 e il 1958 e nel 1960 il monumento a Padre Haspinger e ai Caduti a Bressanone. Negli stessi anni Winkler realizzò i busti in marmo di Cesare Battisti e di Alcide De Gasperi presso il famedio del cimitero di Trento. Sempre a Trento, nel pieno degli anni della contestazione, Winkler ispiratosi da questi eventi, eseguì centinaia di schizzi dei giovani protagonisti frequentanti la facoltà di Sociologia. Nel frattempo l’artista iniziò anche ad affrontare graficamente il tema delle guerre contadine del 1500 e della figura di Michael Gaismair. Nel 1994 espose il ciclo Storia delle Genti Trentine nella sede del Parlamento Europeo a Strasburgo e poi ad Arco, dove la mostra venne inaugurata alla presenza dell’arciduca Otto d’Asburgo. Nel 1998 donò alla città di Assisi, colpita gravemente dal terremoto, il bronzo San Francesco straziato, e il 22 agosto dell’anno successivo Othmar Winkler si spense a Trento per venir sepolto nel piccolo cimitero di Velturno, paesino d’adozione a cui si era legato per avergli offerto le sue numerose esposizioni.