Giosetta Fioroni (1932)

Opere
Biografia

Giosetta Fioroni è stata ed è ancora l’unica rappresentante donna della Pop Art italiana. Fece parte infatti della Scuola di Piazza del Popolo insieme a Tano Festa, Mario Schifano e Franco Angeli con i quali espone alla Biennale di Venezia del 1964 (la Biennale della Pop Art) invitata da Maurizio Calvesi. Non a caso era nata infatti in una famiglia di artisti: il padre era uno scultore e la madre una pittrice. Dopo aver studiato all’Accademia di Belle Arti di Roma, dove fu allieva di Toti Scialoja, espone alla VII Quadriennale di Roma del 1955 e l’anno successivo alla XXVIII Biennale di Venezia. Dal 1958 al 1962 trascorre un periodo a Parigi, per poi frequentare, una volta tornata a Roma, l’ambiente artistico legato alla Galleria La Tartaruga di Plinio De Martiis, conoscendo Cy Twombly, De Kooning e Rauschenberg. In una personale nel 1961 alla Tartaruga con Umberto Bignardi inizia ad esporre tele realizzate con colori industriali, alluminio e oro, recanti segni, scritte, simboli, sovrapposti e cancellati. Frequenta il gruppo della rivista Il Verri e il movimento letterario Gruppo 63. Dal 1963 lavora con fotografie proiettate sulla tela e nel 1967 alla Galleria del Naviglio di Milano espone una serie di lavori con volti e figure femminili su fondo bianco. Nella sua ricerca artistica rivisita opere del passato di grandi maestri come Botticelli, Carpaccio, Simone Martini. Nel 1968 inaugura la rassegna Il teatro delle mostre alla Tartaruga con un’azione intitolata La spia ottica poi ripresentata alla Quadriennale di Roma del 1973. Dal 1969 si avvicina al mondo della fiaba e della leggenda: tele, scatole e teatrini aprono al mondo della memoria personale e collettiva, realizzando il primo teatrino, un “giocattolo per adulti”, cassettine-teatro di legno dipinto offerte ai bambini assenti: attraverso una lente si può guardare all’interno un assemblaggio di oggetti miniaturizzati, quasi la ricerca di un mondo perduto. Nel 1990 l’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma allestisce un’antologica con i suoi lavori su carta, mentre alla Biennale di Venezia del 1993 è presente con una sala personale e nello stesso anno inizia a lavorare con la ceramica.