Eliano Fantuzzi (1909 – 1987)
Nato a Modena nel 1909 si trasferì con la famiglia a Verona, scoprendo sin da piccolo la sua passione per la pittura, frequentando prima il liceo artistico e poi l’Accademia d’Arte Cignaroli. Nel 1924 influenzato e molto attratto dalla pittura impressionista francese, si trasferì a Parigi quando oramai già prendeva piede in europa l’espressionismo che invece esprimeva le sensazioni dell’anima dell’artista. Il suo primo lavoro, ad oggi introvabile, rappresenta Gaio Muzio Scevola che si brucia la mano, ma per fotuna proprio a Parigi riuscì ad organizzare mostre che gli permisero di attraversare periodi di discreta fortuna. Nel 1939 si arruolò nell’esercito francese e nel 1943 dovette rientrare in Italia. Nel 1947 venne inviato alla V Quadriennale d’Arte di Roma e nell’anno successivo venne chiamato dall’emiro Ibim Saud a decorare la reggia saudita di Taif, dove visse sino al 1952, affrescando il salone dei ricevimenti. Tornato a Roma, venne invitato alla VI Quadriennale di Roma e alla XXVI Biennale di Venezia. Nel 1953 vinse un premio acquisto alla prima edizione del Premio Spoleto. Nell’aprile del 1963, al concorso “Pittura in Ciociaria” presso l’Abbazia di Casamari, venne invitato come componente della giuria presieduta da Giorgio De Chirico insieme con Michele Rosa, Felice Ludovisi, Franco Miele, Claudia Refice, Carlo Savini, Giuseppe Selvaggi, Gisberto Ceracchini. Nelle sue opere predilisse sempre le ambientazioni notturne e il suo stile pittorico rimase influenzato nei temi e nelle scelte cromatiche della “scuola romana”, con qualche influenza veneta. In virtù dell’enorme successo che riscontrò risultò, insieme a Giorgio De Chirico, tra gli artisti più copiati in Italia. Morì proprio a Verona nel 1987.