Bruno Saetti (1902 – 1984)
Diplomatosi all’Accademia di Belle Arti di Bologna, sua città natale, espose per la prima volta nel 1927 in una mostra personale organizzatagli dalla Società Promotrice per le Belle Arti “Francesco Francia”, per essere poi ammesso già l’anno successivo alla Biennale di Venezia, rassegna alla quale parteciperà poi per ben 14 edizioni . Vinse il Premio Baruzzi nel 1929, esponendo poi alla Mostra Internazionale di Barcellona che lo consacrò sulla scena artistica tanto da diventare nel 1930 insegnante presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, assumendone poi l’incarico di direttore dal 1950 al 1956, e partecipando costantemente alla Quadriennale di Roma dal 1931 al 1972. Saetti è stato oltretutto un massimo esponente della tecnica dell’affresco, ottenendo non a caso l’epiteto di “maestro frescante”. Tra i suoi affreschi più conosciuti si ricordano la Sacra Famiglia del 1958 all’Università di Padova, il Colloquio con l’angelo del 1974, un affresco su tela nella Galleria d’Arte Moderna di Bologna. Scelse per cicli di edifici sacri come San Martino di Lupari, Sant’Eugenio a Roma, Santa Maria delle Grazie a Bologna, una tecnica propriamente parietale, ma si ricorda benissimo anche per quella che viene definita pittura da cavalletto ovvero per il modo di applicare la tecnica dell’affresco sulle tele. Ne costituisce un importante esempio Madre veneziana, del 1937, esposta alla Galleria Comunale d’Arte Moderna di Roma. Divenuto ormai uno specialista del settore, fu chiamato dal governo del Giappone a intervenire sull’argomento nella Conferenza svoltasi all’Università di Tokyo nel 1970. Si cimentò anche nel campo della grafica come disegni, incisioni, litografie, oltre a decorazioni su vetro e mosaici. Come nella pittura, anche nelle litografie, preparava la carta riproducendo la ruvida superficie murale come effetto meramente estetico Fu anche pittore d’arte sacra e partecipò a numerose rassegne, aventi questa tematica: nel 1961 eseguì un rilievo a tessere vitree nella chiesa di San Giovanni Battista di Firenze, mentre nel 1971 viene pubblicata la sua monografia scritta da Giuseppe Marchiori. Prese parte a grandi rassegne internazionali organizzate dalla Biennale di Venezia, che ebbero luogo a Praga, Varsavia, Cracovia, Budapest, Vienna, Sofia, Bucarest. Tenne, infine, una mostra antologica a Venezia nel 1975 e una a Firenze nel 1979, mentre dopo la sua morte, Palazzo Strozzi di Firenze organizzò un’ampia antologica. Le sue opere figurano nei principali musei italiani tra cui il Museo Novecento di Firenze ed il MAMbo di Bologna, ed esteri come quelli di Amsterdam, Madrid, Varsavia, Zagabria, Zurigo, Tokyo. Le sue opere sono state e sono ancora oggi oggetto di importanti mostre come le antologiche organizzate nel 1974 e nel 1981 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Bologna (dedicata alla produzione grafica) e l’esposizione di opere musive di grandi dimensioni a Prato, in Palazzo Pretorio nel 1981. La galleria 56 di Bologna gli tributò un omaggio nel 2002, in occasione del centenario della nascita, e tra la fine del 2004 ed i primi mesi del 2005 al Palazzo Sarcinelli di Conegliano (TV) ha avuto luogo la mostra antologica “Bruno Saetti 1902-1984. Tra intimismo e sublimazione”, a cura di Rossana Bossaglia. Pittore di sensuali nudi femminili, maternità e paesaggi, ma anche di figure simboliche come gli angeli, Saetti rifiutò i linguaggi delle avanguardie e si attestò su un realismo espressionista sorretto da un severo rigore compositivo. Scomparve nel 1984 all’età di 82 anni.